100 anni di Basaglia, il medico che cambiò il volto della psichiatria italiana
11 Marzo 2024
A Franco Basaglia
Il vento, la bora, le navi che vanno via
il sogno di questa notte
e tu l’eterno soccorritore
che da dietro le piante onnivore
guardavi in età giovanile
i nostri baci assurdi
alle vecchie cortecce della vita.
Come eravamo innamorati, noi,
laggiù nei manicomi
quando speravamo un giorno
di tornare a fiorire
ma la cosa più inaudita, credi,
è stato quando abbiamo scoperto
che non eravamo mai stati malati.
(Alda Merini)
Eterno soccorritore. È così che la poetessa Alda Merini definì Franco Basaglia, l’uomo che restituì la parola a chi come lei aveva trascorso parte della propria vita tra le mura di un manicomio.
Sono cento gli anni passati dalla nascita del medico (11 marzo del 1924 – 29 agosto 1980) che ha prestato il proprio nome ad una delle riforme più importante d’Italia (Legge Basaglia 180/78) portando alla chiusura dei manicomi e donando un nuovo volto all’approccio usato fino ad allora nella cura delle malattie mentali. Dal 1978 in poi il paziente psichiatrico non fu più considerato un oggetto, ma una persona da accogliere, da rispettare e sostenere in un percorso di riabilitazione costituito da diritti e dignità.
La sua battaglia prese avvio nel 1961 quando decise di abbandonare l’insegnamento universitario, poiché osteggiato dai colleghi per i suoi pensieri progressisti, e dedicarsi alla professione di medico a Gorizia, dove si trasferì con la famiglia, diventando direttore dell’ospedale psichiatrico del posto. Nella clinica entrò per la prima volta in contatto con le reali modalità di trattamento dei pazienti, caratterizzate da repressione e sedazione. Basaglia cominciò così a sostenere che il rapporto tra psicoterapeuta e paziente non dovesse essere più basato sull’annientamento dell’altro, ma sul dialogo e il confronto.
La Legge 180 che fu ratificata nel 1978 denunciava le istituzioni manicomiali e ne regolò la chiusura ridefinendo, così, la concezione di malattia e cure psichiatriche. Tale legge, però, divenne operativa solo a metà degli anni ’90 a causa di un sistema sociale troppo difficile da scardinare.