Il 10 ottobre è la Giornata Mondiale della salute mentale

10 Ottobre 2021

In Italia, ogni anno, 1 persona su 4 soffre di un disturbo mentale ma, malgrado l’impatto sulla popolazione sia piuttosto elevato, le persone che vivono con disturbi mentali e i loro cari sono di frequente vittime di isolamento e pregiudizi. Pregiudizi che impattano sulla vita di queste persone, sulle loro opportunità sociali, educative e prospettive di lavoro attuali e future. Per superare queste disparità e far sì che coloro che soffrono di disturbi mentali e i loro cari siano pienamente integrati in tutti gli aspetti della vita è necessario, in primis, ‘rompere i pregiudizi’: frasi, comportamenti e preconcetti dettati dalla poca conoscenza di queste patologie. Questo l’obiettivo della seconda edizione della campagna “Insieme per la Salute Mentale”, promossa da Lundbeck Italia con il patrocinio delle principali società scientifiche, fondazioni e associazioni dei pazienti.

La Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) si celebra il 10 ottobre di ogni anno. Istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, promuove – tramite campagne e attività – la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale.

Ancora oggi persiste una disparità di trattamento e di qualità dell’assistenza fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie. È infatti questi il tema della campagna 2021, la ‘salute mentale in un mondo ineguale’ (Mental Health in an Unequal World), come ricorda Alberto Siracusano, Professore Ordinario di Psichiatria dell’Università Tor Vergata di Roma e Presidente Accademia di Scienze Psichiatriche: “L’accesso alle cure non è uniforme e questa disparità, unita allo stigma, rischia di alimentare un circolo vizioso, peggiorando ancora di più la condizione sociale di una persona che vive con un disturbo mentale. Sono diversi i fattori da cui si generano queste disuguaglianze – aggiunge Siracusano – ad esempio la condizione economica o la povertà vitale e in questo senso lo stigma e il pregiudizio non fanno altro che condizionare ulteriormente in negativo la qualità della vita delle persone che vivono con disturbi mentali e dei loro cari”.

“Al di là del profondo impatto sulla salute fisica, la pandemia ha avuto una ricaduta importante sulla salute mentale. Il timore del contagio e le preoccupazioni economiche, l’interruzione della routine e la rarefazione delle relazioni di supporto hanno colpito indistintamente tutta la popolazione”, ricorda Serafino De Giorgi, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale della ASL Lecce “. Per questo occorre che la società tutta, non solo le istituzioni sanitarie, investano nella salute mentale, coinvolgendo e coordinando tutte le risorse esistenti e i sistemi di supporto psicosociale”.

Paola Calò, Direttrice del CSM di Campi Salentina, sottolinea che: “Oltre alle donne, che frequentemente hanno dovuto lasciare il lavoro per occuparsi dei familiari, anche i giovanissimi risultano tra coloro che più hanno sofferto, dal punto di vista psichico, per le conseguenze di 18 mesi di restrizioni e limitazioni. L’ultimo rapporto rilasciato il 5 ottobre 2021 dall’Unicef sottolinea che, nei primi sei mesi dell’anno, almeno 1 su 5 ragazzi di età compresa tra i 5 e 1 24 anni si è sentito depresso, spaventato, incerto sul futuro. La salute mentale dei giovani è profondamente influenzata da quello che accade intorno a loro, e alle loro famiglie: per questo bisogna investire nella promozione, protezione e cura dei bambini, degli adolescenti e dei loro caregiver. Se in questi due anni lo abbiamo fatto in un modo diverso, in gran parte virtuale, ora stiamo tornando a costruire scenari più normali, ripartendo dal contatto con le persone e dall’ascolto attivo”.

“Negli ultimi anni sono stati fatti alcuni passi avanti nel superamento dei pregiudizi verso chi vive con un disturbo mentale, ma c’è ancora tanta strada da fare. La Giornata Mondiale dedicata alla salute mentale rappresenta un momento ideale per accendere i riflettori su questi temi, ma è necessario che l’attenzione non si esaurisca solo in queste occasioni. È necessario comprendere che il pregiudizio associato ai disturbi mentali ha un peso importante sulla vita di queste persone, specialmente dei giovani. Lo stigma alimenta la paura di non essere compresi e accettati, mentre gli adolescenti hanno bisogno di modelli di riferimento che facciano della patologia anche un punto di forza”, ha spiegato Massimo Recalcati, psicoanalista, saggista e accademico italiano.

“I disturbi mentali nel nostro Paese tendono ad essere ancora troppo sottovalutati dall’opinione pubblica, nonostante i numeri ci dicano che una persona su quattro ogni anno ha esperienza di un problema di uno di questi problemi e che in un anno i servizi specialistici del Servizio sanitario nazionale assistono più di 850mila persone. Così come i disturbi mentali, anche le patologie neurologiche sono avvolte da uno stigma che è importante contrastare aiutando i cittadini a esserne sempre più consapevoli”, ha ricordato Alessandro Padovani, professore ordinario di Neurologia dell’Università degli Studi di Brescia.